Il bambino non è un piccolo adulto ma una creatura in continua crescita e sviluppo psico-fisico: per questo richiede un approccio specifico.
Nei bambini molto piccoli che ancora non parlano o presentano un eloquio limitato, l’anamnesi verrà eseguita attraverso i genitori. Questi spesso interpretano i sintomi e segni più o meno correttamente. Il compito del pediatra è quello di fare le giuste domande senza farsi troppo condizionare. Verrà utilizzato un linguaggio semplice, adeguato all’età del paziente.
Nel bambino più grande occorre creare fin da subito una relazione di fiducia, concentrare l’attenzione sulla sua storia personale pur coinvolgendo i suoi genitori. Se il genitore si fida del pediatra, ciò è avvertito anche dal bambino, che sarà più tranquillo.
L’esame obiettivo dei bambini è un’arte e richiede capacità di comprensione, empatia e pazienza.
Per ridurre al minimo le condizioni di disagio utilizzerò giochi appropriati e distrazioni al fine di ridurre la paura e promuovere la collaborazione da parte del bambino.
Esaminerò il bambino sulle ginocchia della madre se ha paura del lettino. Si mostra al bambino che non fa male visitando per prima i genitori o un pupazzo di peluche.
Il mio ruolo di pediatra deve essere flessibile: adatterò la sequenza dell’esame obiettivo sulla base della propensione e capacità di collaborazione del bambino. In genere eseguirò le manovre più invasive e paurose (es. ispezione della gola ed orecchio) come ultimo step della visita.